Pubblicato su politicadomani Num 85 - Novembre 2008

Agroalimentare
Il mercatino delle notizie

Rifiuti, prezzi, aziende, sprechi. Il panorama alimentare italiano soffre la crisi, le speculazioni e le cattive abitudini. Unica nota positiva sono i giovani under 35, titolari ormai di molte imprese agricole

 

1 milione di tn di rifiuti
L'agroalimentare, con oltre i 2/3 del totale, è il maggior responsabile della produzione di rifiuti da imballaggio, anche a causa della tendenza alla riduzione dei formati a favore dei single e delle famiglie sempre meno numerose. Le confezioni incidono fino al 30% sul prezzo di vendita degli alimenti e pesano sulle tasche degli italiani più del prodotto stesso. Gli imballaggi gettati nella spazzatura sono aumentati, dal 2000 ad oggi, di oltre 1 milione di tonnellate (+9%) anche se è cresciuta oltre il 66% la percentuale di riciclaggio. Nell'alimentare spesso il costo dell' imballaggio supera quello del prodotto contenuto, come nel caso dei fagioli in scatola dove l' imballaggio incide per il 26% sul prezzo industriale di vendita, mentre per la passata in bottiglia da 700 grammi si arriva al 25%, per il succo di frutta in brick al 20% e per il latte in bottiglia di plastica sopra il 10%. Ma si moltiplicano anche le iniziative per favorire il consumo di prodotti che non producono imballaggi, come l'acquisto diretto nelle aziende agricole o nei distributori di vino o di latte sfusi che consentono di risparmiare fino al 40% rispetto al normale prezzo di vendita del latte fresco.

La nuova agricoltura è under 35
Mentre crolla l'economia di carta, nei primi sei mesi del 2008 sono nate in Italia quasi 19mila giovani imprese agricole. Il loro numero ha superato in questo periodo quelle nate nel settore industriale. Sono oggi in Italia quasi centomila i giovani under 35 che hanno scelto l’azienda agricola: per avere successo, per poter esprimere la propria creatività e per avere un rapporto diretto con la natura. I giovani agricoltori sono la componente più dinamica dell'agricoltura italiana. Le aziende agricole dei giovani under 35 hanno una superficie di circa 9,4 ettari, superiore di oltre il 54% rispetto alla media nazionale che è di 6,1 ettari. Il fatturato, 18.720 euro circa, supera del 75% la media nazionale, che è di 10.680, ed impiega il 50% di occupati in più. Inoltre c’è fra i giovani una maggiore propensione al biologico: 3,7% delle aziende dei giovani preferiscono il biologico, rispetto alla media nazionale del 2,1%. Incontrano, però, difficoltà nell'acquisto del capitale terra che solo nel 54% dei casi è in proprietà rispetto al 74% della media nazionale.
Una realtà, quindi, in piena espansione che, proprio per questo, ha bisogno di essere sostenuta con opportune politiche capaci di creare vero sviluppo investendo in formazione, ricerca, infrastrutture e sicurezza ambientale.

Montagne russe
Mentre la pasta è aumentata del 24,9%, da 1,4 a 1,6 euro al kg, il prezzo del grano duro si è praticamente dimezzato, da 0,48 a 0,28 euro al kg. I prezzi alla produzione dei prodotti agricoli si sono ridotti del 6,5% rispetto allo scorso anno mentre quelli al consumo dei prodotti alimentari e delle bevande sono cresciuti del 5,8%. Alla produzione aumentano solo la frutta (+3%) e i vini (+1,7%); scendono invece gli ortaggi (- 30,6%) e i cereali (-19,6%). Tra i prodotti zootecnici, sono aumentati i suini (+25,9%), risaliti da un livello vicino ai minimi storici, e solo di poco i bovini (+1,8%); forte, invece, è la flessione dei prezzi alla produzione degli avicoli (-13,7%), del bestiame ovicaprino (-5,3%) e dei lattiero-caseari (-3,3%). Così, mentre le famiglie spenderanno 8 miliardi di euro in più nel 2008 per riempire il carrello della spesa, nelle campagne si verifica un calo generalizzato dei compensi e un forte aumento dei costi di produzione (+56%) per i concimi necessari per fertilizzare il terreno. Alla stagnazione dei consumi che riduce le potenzialità produttive delle imprese si contrappone una inadeguata remunerazione del prodotto agricolo che, in tanti casi, non copre i costi vivi di produzione, che sono peraltro in costante e non controllata crescita.

Nella pattumiera il 10 % della spesa
Finisce nella spazzatura oltre il 10% del cibo acquistato, per un valore stimato in 560 euro per famiglia all'anno. Sono soprattutto gli avanzi quotidiani della tavola ad essere gettati nel bidone ma anche prodotti scaduti o andati a male. Frutta, verdura, pane, pasta, latticini, affettati sono tra i prodotti più a rischio. La colpa è dei cambiamenti degli stili di vita con minor tempo dedicato alla preparazione e alla conservazione dei cibi e al recupero degli avanzi a tavola. Anche il crescente numero di single incide sulla produzione di rifiuti: mancando formati adeguati, il cibo acquistato finisce prima in fondo al frigorifero, e poi nella pattumiera.
Proprio perché di origine organica, quasi un terzo dei rifiuti urbani può essere restituito al suolo come concime evitando, con la raccolta differenziata, i problemi ambientali determinati dall'abbandono in discarica. Dagli impianti di compostaggio sono usciti in Italia circa 1,4 milioni di tonnellate di compost di qualità. La quantità potrebbe triplicare con una migliore raccolta differenziata che, seppure in aumento, si è fermata al 25,6%. La produzione di compost in agricoltura derivante da rifiuti organici serve anche a sopperire alla crescente povertà di sostanza organica di cui soffre quasi il 50% dei terreni italiani.

 

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